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  Artisti / Artists : Museo Vito Mele  
 
Leonardo Bistolfi
 

Scultore piemontese nato a Casal Monferrato il 14 marzo del 1859 da Giovanni Bistolfi scultore del legno; si è formato prima nella bottega paterna e in seguito a Milano presso l’Accademia di Brera. Sempre nella stessa città ha seguito le ricerche e le sperimentazioni
di G. Grandi, un artista eclettico vicino alle soluzioni luministiche della Scapigliatura Lombarda e alle atmosfere sognanti e soffuse di T. Cremona. Nel 1880 Bistolfi si trasferì a Torino dove aprì una bottega molto prestigiosa. Le sue prime opere furono improntate ad
una ricerca realistica ed ispirate alle immagini della vita quotidiana.
L’opera che gli procurò il successo e la fama fu la statua che rappresentava l’Angelo della morte, un angelo con le grandi ali aperte a difesa di una culla vuota. Contemporaneamente coltivò la pittura, eseguì paesaggi alla maniera di Fontanesi e di Cremona, ma ebbe maggiori consensi nella scultura. Fu chiamato “lo scultore del dolore e della morte”, ma non deve essere considerato un artista macabro. Il tema della morte
è da lui interpretato in chiave escatologica, ma la malinconia del transeunte è velata, priva di quei contenuti apocalittici del dies irae.
Per capire la sua arte bisogna contestualizzarla, calarla nel periodo tra la fine del‘800 e gli inizi del ‘900. Bistolfi parla agli uomini del suo tempo, alle loro speranze, alle loro illusioni, forse con un linguaggio un po’ languido e decadente, ma meditato e lontano da
impennate retoriche.
Molto vasta la sua produzione, quasi sempre monumentale, eseguita a scopo funerario e celebrativo. Ricordiamo i monumenti: a Segantini, a Zanardelli, a Maderno, a G. Carducci e il gruppo del Sacrificio per il monumento a Vittorio
Emanuele a Roma.
Nei ritratti dei personaggi illustri si nota la grande esperienza che l’artista aveva compiuto in ambito pittorico, in questi busti riesce a coniugare il realismo e la profonda indagine psicologica.

L' I N D U S T R I A, s.d. (undated)
bronzo, cm. 61,5x35x29

   

   
Leonardo Bistolfi

Leonardo Bistolfi was born in Casal Monferrato, Piedmont, in 1859. His father Giovanni was a wood carver who taught his son in his own workshop before sending him to the Brera Accademia. In Milan he followed the experimental work of G. Grandi, an eclectic artist who was drawn to the luminarism of the scapigliatura and to the dreamy and suffused atmospheres of T. Cremona. His early works were imbued with realism and inspired by day to day images.
The work which ensured his success and fame was the statue representing L’Angelo della Morte, an angel with wings spread to protect an empty cradle.
He painted landscapes in the style of Fontanesi di Cremona but won most recognition for his sculpture. Though he was called “the sculptor of pain and death”, he should not be thought of as a macabre artist. He interpreted the theme of death in an eschatological key but the melancholy of the
ephemeral is veiled, deprived of the apocalyptic content of the dies irae.
To understand his art it must be set in the context of the closing years of the 19th century and the begining of the twentieth. Bistolfi spoke to the men of his era, to their hopes and their illusions, in a language that while perhaps a little languid and decadent was well-reflected and far from angry rhetoric.
His vast output included monuments to Segantini, Zanardelli, Maderno, and G. Carducci, as well as the group of the Sacrificio for the monument to Vittorio Emanuele in Rome. As a portrait painter he managed to combine realism with profound psychological insight.

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