Nasce a Castelbolognese, Ravenna, nel 1911.
La sua formazione artistica inizia a Faenza, dove
frequenta una scuola professionale per falegnami.
Nel 1929, grazie ad una borsa di studio, segue
i corsi dellIstituto dArte di Firenze.
Importante, per il suo percorso
artistico, è la partecipazione, nel 1934,
alla Biennale di Venezia con il bronzo La Lwzcha,
con cui riscuote un buon successo di critica,
diventando, in poco tempo, una delle figure emergenti
nel campo della scultura giovanile italiana. Da
qui, il via a numerosi inviti a
mostre, tra cui ricordiamo le partecipazioni ai
Littoriali dellArte, Quadriennali romane,
Triennali milanesi e importanti contributi artistici
a esposizioni in diverse città straniere
come Vienna, Budapest, Parigi e New York. Aquesto
periodo appartengono opere come
Donna romagnola e Prometeo (bronzi, 1935); Ritratto
di bimba e Ragazza sullo scoglio (ceramiche, 1936);
Donna alla fonte (pietra, 1940). Molte sono le
commissioni pubbliche, fra cui spicca la scultura
eseguita per il Ponte delle Vittorie a Verona
(1938), e i gruppi plastici per LEur di
Roma (1941). Nel corso delle sue esperienze, nei
primi anni del dopoguerra, Biancini approfondisce
ancor più il suo linguaggio legandolo al
mondo della pura espressività, sempre attento
ai valori plastici e formali della tradizione.
Negli anni cinquanta approfondirà la sua
ricerca riguardo ai materiali ceramici, accostandosi
con forte sensibilità al mondo dellarte
sacra. La Biennale di Venezia del 1958, conferma
il lavoro dello scultore, con una personale che
conferirà allartista il primo premio
per la
scultura liturgica. Nella sua arte non viene mai
dimenticato quel rapporto che vi è fra
tradizione e innovazione, capace di far convivere
bene elementi formali legati al passato, con turbamenti
e impulsività moderne. Numerose sono le
mostre a lui dedicate dopo la sua scomparsa. Sue
opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche
e private.
Muore nel 1988.
|

SAN
FRANCESCO, 1982
terracotta porcellanata (glazed terracotta),
cm. 50x24
|
|
|
Born in 1911 at Castelbolognese, Ravenna,
Angelo Biancini began his artistic training in
Faenza at a vocational school for carpenters.
In 1929,
thanks to a scholarship, he was able to study
at the Istituto dArte in Florence. In 1934
he exhibited the bronze La Lwzcha at the Venice
Biennale to
critical acclaim and he began to stand out amongst
young Italian sculptors. The invitations to show
his work were numerous and took him to Vienna,
Budapest, Paris and New York. Works belonging
to this period are the bronzes Donna romagnola
and Prometeo, the ceramics Ritratto di bimba and
Ragazza sulla scoglio, and Donna alla fonte in
stone. Prominent among his public works are the
sculpture for the Ponte delle Vittorie at Verona
(1938) and the modelled groups for the Eur in
Rome (1941). In the years after the war, Biancini
further intensified his language, linking it to
the
world of pure expression but always mindful of
the plastic and formal values of the tradition.
In the 1950s he deepened his study of ceramics
and
approached the world of sacred art with great
sensitivity. At the 1958 Venice Biennale his work
as a sculptor was distinguished with a one-man
show
which won him first prize for liturgical sculpture.
The relationship between tradition and innovation
is never forgotten in his art in which formal
elements linked to the past co-exist with modern
turmoil and impulsiveness. There have been many
shows dedicated to him since he died in 1988.
.
|