|
|
|
|
|
Artisti / Artists : Museum Vito
Mele |
|
|
|
 |
Alik Cavaliere |
|
|
Nasce a Roma nel 1926. Dopo aver trascorso linfanzia
a Parigi, si trasferisce con la famiglia a Milano,
dove compie gli studi presso lAccademia
di Belle Arti di Brera insieme a Manzù,
Funi e Marino Marini, del quale diviene assistente.
Si iscrive, inoltre, alla Facoltà di Lettere
dellUniversità di Milano, seguendo
e approfondendo, così, la sua naturale
inclinazione verso le scienze umane.
Insegna per circa trenta anni (fino al 1987) allAccademia
di Brera, ricoprendo la cattedra di scultura in
precedenza di Marino Marini.
Inizia ad esporre nel 1945 in una collettiva;
mentre la sua prima personale è nel 1951,
alla Galleria Colonna di Milano. Negli anni Cinquanta
e Sessanta realizza gli importanti cicli scultorei
dei Giochi proibiti (Galleria Bergamini, Milano
1953), delle Metamorfosi,
delle Avventure di Gustavo B. (Galleria Levi,
Milano 1963), degli Arbres (Galleria Schwarz,
Milano e sale personale alla Biennale di Venezia,
1964). I lavori degli anni Settanta sono caratterizzati
da un ulteriore approfondimento del tema delle
vegetazioni desunto
dal Rerum natura di Lucrezio e dalla mitologia
di Apuleio, come la metamorfosi di Dafne: frammenti
di piante sono ingigantiti, evidenziati, mitizzati,
e imprigionati entro cornici permeabili. Nel 1972
tiene la seconda personale alla Biennale di Venezia,
esponendo. I processi, dalle storie inglesi di
W. Shakespeare. Gli anni Ottanta sono, invece,
gli anni dei Percorsi, delle ambientazioni che
ripropongono delle vere e proprie stanze che,
come scatole cinesi, non hanno mai fine; esse
inducono lo spettatore a smarrirsi
in un percorso metafisico legato sempre al mito
(La stanza di Pigmalione, 1986-87), uno spazio
che nella Riflessione di Narciso (1988) non è
più fisicamente praticabile, ma è
lo spettatore ad
essere moltiplicato attraverso la diffusione della
propria immagine riflessa.
Rilevante ai fini di una più completa comprensione
della produzione dello scultore, risulta la retrospettiva
tenutasi a Milano, a Palazzo Reale, nel 1992.
Nel 1993 espone, insieme allamico-scultore
Vincenzo Ferrari, nella Sala Napoleonica dellAccademia
di Brera, unopera-percorso in progress,
dal titolo Le leggi eterne dellarte.
Nel 1997 allestisce una serie di mostre (Il Classico
e le Metamorfosi), presso gli spazi
della Fondazione Stelline di Milano. Muore a Milano
nel 1998.
|

STUDIO
PER GIOCHI PROIBITI, 1958
carboncino e acquerello su carta (charcoal
and water colour on paper), cm. 78,3x121
|
|
|
|
|
|
|
|
 |
Alik Cavaliere |
|
Born in Rome in 1926, Alik Cavaliere spent
his childhood in Paris. The family moved to Milan
where he studied at the Brera Accademia di Belle
Arti with Manzù, Funi and Marino Marini
to whom he became assistant. Following his natural
inclinations, he also enrolled in the Faculty
of Humanities at Milan University. He taught for
some 30 years at the Brera Accademia where, in
the footsteps of Marini, he was professor of sculpture
until 1987.
He began to show his work in 1945 and had his
first one-man exhibition in Milan six years later.
During the 50s and 60s he realised
the important cycle of sculptures, Giochi proibiti,
Metamorfosi, Avventure di Gustavo B., and Arbres.
His work during the 70s was characterised
by development of the theme of vegetation based
on Lucrezios Rerum natura, and on mythology,
such as the metamorphosis of Daphne. Details of
plants were magnified, highlighted, mythologized,
and trapped in permeable frames. In 1972 he exhibited
for the second time at the Venice Biennale with
I processi dalle storie inglesi di W. Shakespeare.
In the 80s he created Percorsi, settings
posed as real rooms which, like Chinese boxes,
are never ending and which induce the spectator
to lose his way in a metaphysical path linked
to myth (La stanza di Pigmalione, 1986-87). In
Riflessione di Narciso (1988) the space is not
physically passable and it is the spectator who
is multiplied through the replication of his own
reflected image.
A retrospective of his work was held at the Palazzo
Reale, Milan, in 1992. The next year, together
with his sculptor friend Vincenzo Ferrari, he
showed a work in progress called Le leggi eterne
dellarte in the Napoleon Room at BreraAccademia.
The year before his death in 1998, he mounted
a series of exhibitions, Il Classico and Metamorfosi,
at the Fondazione Stelline in Milan.
.
|
|
|
|
|
|
 |